Silvia Gaffurini

Biografia

Silvia Gaffurini nasce a Brescia nel 1965.
1983: Diploma al Liceo Artistico Vincenzo Foppa di Brescia.
1987: Consegue licenza Accademica in Pittura all’Accademia delle Belle Arti di Brera, a Milano.
Contestualmente, durante gli anni accademici, inizia un percorso formativo presso professionisti del Restauro conservativo di opere d’arte e ciò le permette di iniziare ad agire direttamente sulla conservazione del patrimonio artistico.
Sono gli anni della formazione tecnica, della sensibilità estetica e della maturazione della consapevolezza del ruolo fondamentale del recupero conservativo delle opere d’arte.
1990: Nasce Arte & Linea la sua impresa individuale. Gaffurini porta a compimento numerosi ed importanti interventi di restauro, pubblici e privati, quest’ultimi riguardanti soprattutto il restauro di opere (dipinti antichi e moderni) di collezioni private, bresciane e milanesi, appalti pubblici e privati (affreschi) e interi apparati decorativi delle parrocchiali in provincia di Brescia.
2013-2015: Accademia di Belle Arti Laba di Brescia, Gaffurini insegna restauro e conservazione opere dipinte e tavole lignee antiche, presso il dipartimento di restauro.
L’esperienza lavorativa durata per circa trent’anni, nonché il ruolo di insegnante, divengono le fondamenta su cui poggia l'ispirazione creativa alla base della sua fotografia, chiave di lettura per entrare nel suo mondo artistico/narrativo in cui viene messo in dubbio il mezzo della fotografia, (che nasce come statica percezione del presente)per raccontare come il flusso del tempo non altera le cose ma le trasforma.
Il pensiero che fin dagli esordi ha guidato il suo lavoro di “artista fotografa” è stato quello di cercare di mettere in sintonia l’essere umano con la bellezza e per Gaffurini, che è stata a contatto con le opere d’arte antiche per anni nella sua carriera di restauratrice, bellezza significa far emergere la parte migliore dell’essere umano, quella fragile, delicata, quella che si può smarrire, come accade con le opere d’arte, fragili, delicate, destinate a smarrirsi nel tempo se non adeguatamente accudite, curate e custodite.
Accudite, come si dovrebbe accudire un’ essere umano per non farlo sentire solo, curate, come si dovrebbe avere cura di chi amiamo e custodite, come si è soliti custodire , con cura, ciò che ci è più prezioso.
Attraverso la pratica di riuso di simboli provenienti dall’arte classica, come le immagini della statuaria italiana, con l’uso di “frammenti” di dipinti antichi e con l’applicazione di tecniche manuali sovrapposte al medium fotografico, l’opera di Gaffurini si fa costantemente proiezione verso una dimensione che resta quella inafferrabile dell’oltre.
Le sue opere quindi, sono portatrici dei concetti di restauro che l’hanno guidata nella vita professionale, concetti che ha provato a sovrapporre alla donna, all’uomo e al paesaggio servendosi della fotografia.
Il suo lavoro ha l’ambizione, ma non la presunzione, di far riaffiorare nelle donne e negli uomini del suo tempo l’emozione data dall’opera d’arte e l’importanza della sua salvaguardia, perché solo salvando l’arte salveremo anche una parte importante di noi stessi.

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